Il viaggio di Penelope

 Anima e Mente: gocce di consapevolezza con la grafologia.


Penelope : per vent’anni ha atteso il ritorno del marito Ulisse respingendo le richieste di matrimonio da parte degli usurpatori Proci. Ella riuscì a dominarli promettendo di scegliere lo sposo quando avesse finito di tessere la veste funebre di Laerte, suo suocero. Ma la notte disfaceva la tela tessuta di giorno in modo che il lavoro non avesse mai fine.

Senza Penelope Ulisse non avrebbe potuto intraprendere il proprio viaggio alla volta di Troia, viaggio che gli consentirà di vivere esperienze diverse portandolo ad aprirsi ad una conoscenza superiore dell’animo umano. Solo grazie a Penelope, donna intelligente ed astuta, Ulisse ha potuto viaggiare senza che il suo regno venisse usurpato e senza che gli fosse quindi precluso il ritorno.

 Penelope trama, inganna, tende tranelli spinta da una forza segreta che le indica la strada.

La tela di Penelope  sulla quale i Proci coltivano le loro speranze è l’universo dove si apre, giorno, per giorno la vera conoscenza, il dialogo con la sua anima.


Se la vita umana è rappresentata da un filo, l’azione del tessere significa crearne il percorso intrecciandone i fili, determinando la condizione secondo la quale ognuno di noi prepara la strada per il proprio “destino”.

“Destino “ è la missione dell’anima. Ciascuno deve compiere il proprio destino. Tutti veniamo al mondo con una missione da compiere.

James Hilmann, famoso psicologo yunghiano, ci ha fatto sentire qualcosa di nuovo. la presenza di un compagno segreto, il daimon, il destino o la vocazione dal quale, più di qualsiasi altro aspetto, dipende la nostra vita. Nel suo testo “Il codice dell’anima” dice,  “Tutti . presto o tardi abbiamo la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada. Alcuni di noi questo “qualcosa” lo ricordano come un momento preciso dell’infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpiti con la forza di una annunciazione : Ecco quello che devo fare, ecco quello che devo avere, Ecco chi sono. … Retrospettivamente , sentiamo che era la mano del destino”.

Come scoprirlo?

Nel nostro mondo iper-razionale inconsapevolmente siamo abituati al linguaggio della mente anche in ambito esistenziale , oggettivizzando e desacralizzando i nostri aspetti più intimi. Tutto deve essere misurabile Ma la mente non può comprendere con la logica le chiamate dell’anima , la missione e l’ideale che la sorregge. 

Il destino va ascoltato. sentito nella nostra interiorità. 

 Roberto Saviano nel sul ultimo libro, “Il grido” a pag. 16 racconta : “Da bambino, quando venivano a trovarci i parenti dal Nord d’Italia, non sapevo condurli negli angoli turistici. Gli facevo vedere I crocicchi dove erano stati sparati i soldati di camorra.”  

L’autore ha ascoltato la chiamata e non ha mai smesso di farlo realizzando la sua missione : quella di dire al mondo i segreti della camorra.

Penelope aveva ben chiaro quale fosse la sua missione.  Tessendo la sua tela, mantenne il potere sulla città che Ulisse aveva abbandonato per affrontare le prove del suo destino ,offrendogli la possibilità della riunificazione con la patria e con la famiglia dopo avere vinto tutti i suoi attaccamenti.

Penelope ha scelto l’amore, l’esperienza dell’amore e dell’inclusione ,la chiamata del proprio destino e non il controllo come emanazione dell’Ego.

Dice ancora J. Hilmann p.18 ”E’ questo che in tante vite è andato smarrito e va recuperato: il senso della propria vocazione, ovvero che c’è una ragione per cui si è vivi. Non la ragione per cui vivere, non il significato della vita in generale, o la filosofia di un credo religioso:…………. Esiste un motivo per cui la mia persona, che è  unica ed irripetibile è al mondo.”

 L’anima che ce lo rivela e per compiere il nostro destino dobbiamo mettere da parte il chiacchiericcio della mente  e ascoltare senza paura, prendendone  consapevolezza.

La grafologia con i suoi simboli grafici sono certamente un valido aiuto nel riconoscere ciò che non emerge visibilmente nelle nostre dinamiche interiori per comprendere come la mente e l’anima interagiscono fra di loro .

Per aiutarvi a darvi la possibilità di orientarvi su quello che spiegherò farò una breve premessa sulla simbologia del gesto grafico. Tutti noi impariamo a scrivere secondo un modello più o meno simile.

Tuttavia nessuno di noi scrive in modo simile ad un altro. Infatti , avvenuto l’apprendimento consapevole, prima o poi tutti scriviamo in modo personalizzato rendendo la nostra grafia unica ed irripetibile.

Cosa studia la grafologia? Oggetto fondamentale dello studio della scrittura è la devianza dal modello calligrafico nelle sue varie forme messo a confronto col modello stesso e analizzarne il significato. E’ l’unico test spontaneo che la persona può produrre.

M.Marchesan ha individuato 226 segni grafici quali caratteristiche ricorrenti e costanti in tutte le grafie.

Questi segni grafici sono inseriti in  uno schema generale che mette in relazione tutte le tendenze.

L’inconscio si esprime per simboli :

Il foglio rappresenta l’ambiente dove noi viviamo e intratteniamo rapporti

L’andatura da sn a ds rappresenta il modo di procedere verso gli altri

La pressione sul foglio indica quanto più o meno premiamo sugli altri.

Alla luce di queste considerazioni emergono questi significati:

Il rigo e il suo andamento sul foglio rivela un modo diposi nei confronti dell’ambiente (fluida e statica)

La grandezza : lo spazio che occupiamo è proporzionale a quello che crediamo di occupare.

Gli spazi : tra parola e parola sono pause di riflessione

La chiarezza : chiarezza di impostazione

L’andatura : la propensione o meno nei confronti degli altri

La pendenza : l’inclinazione della scrittura definisce la maggiore o minore propensione verso gli altri

La concisione : capacità di cogliere l’essenziale delle cose o farsi distrarre dalle apparenze-


Tornando al significato della missione o vocazione, ciò che pone le premesse per riconoscerla è l’ascolto. La capacità di ascolto non è ricevere una comunicazione sotto forma di informazione ma è divenirne partecipi, far entrare nella nostra interiorità ed essere stimolati a scoprirsi. E’ un dialogo che include naturalmente l’altro.

In grafologia questo talento è inequivocabile . Si rivela nello spazio fra una lettera e un’altra. 

Nel disegno che vi propongo nel primo caso abbiamo l’interlettera stretta, nel secondo interlettera giusta e nel terzo interlettera larga.

Chi lascia uno spazio fra lettere giusto o , ancor meglio largo, prenderà consapevolezza di questo aspetto di sé, affinandolo Chi scoprirà di avere interlettera stretta può dirigere il proprio percorso evolutivo in questo senso con grande fiducia poiché con la grafia è la nostra interiorità a parlare : in questo caso  nulla proviene da qualcosa di esterno a noi.


La grafia con “occhielli scoperti “  è di chi comunica direttamente con l’ambiente esterno.

In particolare se l’occhiello presenta l’apertura verso l’alto significa che la persona comunica direttamente con lo Spirito.  Chi scrive con questo segno grafico comprende per intuito, senza far ricorso a procedimenti razionali : accoglie dentro di sé il mondo dello Spirito . I l suo spazio si apre ad una conoscenza che non si fonda sul proprio pensiero ma lascia che sia lo Spirito a illuminarlo, lasciando spazio alla creatività , L’occhiello aperto in alto apre a possibilità inaspettate e a cose nuove, ad una conoscenza che coglie il nesso naturale fra una cosa e un’altra per intuito e quindi non è uno sforzo razionale delle categorie dell’io ma qualcosa che ci viene offerto.

Non è far luce col proprio pensiero, ma farsi illuminare per intuito.

La condizione perché questo accada è sciogliere tutti gli attaccamenti che portano ad ampliare la sfera dell’Io, facendone esperienza e sentire che c’è qualcosa dentro di noi da esprimere. Dice Pupi Avati in una intervista : “Vivere è cercare il proprio nome”.

Come mai per qualcuno è tanto difficile e sembra quasi avere i contorni di un sogno irraggiungibile ?

Dare un volto alla nostra missione non è cosa da ricercare con la mente poiché la mente non conosce il linguaggio dell’anima. 

Ma nel mondo iper-razionale in cui viviamo siamo soggetti ad analizzare inconsciamente operando le nostre scelte con la mente. La mente è un luogo pieno di informazioni che vengono dal mondo, da qualcosa di esterno a noi. Non riconosciamo  le  nostre vere doti perché usiamo il linguaggio razionale.

 Vi mostrerò come uno dei segni grafici più diffusi oggi , sia espressione di un lavoro incessante della mente che cerca la “sua” verità con un controllo su tutto per un bisogno esasperato di certezze.


E’ il segno grafico chiamato “scrittura contorta” 

La scrittura “contorta” è della  persona che non riesce a mantenere il parallelismo fra gli assi delle le singole lettere. Quando il ritmo di oscillazione degli assi si presenta ordinato e ritmico, siamo di fronte ad una qualità dell’intelligenza,;l’indagine.Quando gli assi delle lettere tendono a incrociarsi in modo non ordinato, come se poggiassero su un terreno cedevole siamo di fronte ad una attività incontrollabile della mente che indaga senza limiti senza essere più al servizio della conoscenza poiché il suo scopo è il controllo, per paura di sbagliare.

La mente infatti colloca tutto fra bene e male, giusto e ingiusto, utile e inutile e procede per separazione 

Uno scienziato studia una sedimentazione mineraria ma è altro da sé, sono separati. Un ragazzo si informa sulla Facoltà Universitaria da scegliere leggendo un vademecum di un Ateneo. E altro da sé, sono separati.

Il pensiero del cuore è diverso.

Lo scienziato che pensa anche col cuore oltre che con la mente include anche il linguaggio della natura e impara anche per intuito aspetti che la mente non ha gli strumenti per conoscere.


Il ragazzo che vuole sapere per che cosa valga la pena impegnarsi nello studio per realizzare la sua missione può anche prendere informazioni, anzi è doveroso, ma nello stesso momento ascolta la sua anima, cerca la propria missione come qualcosa che gli appartiene intimamente poiché  accogliere la propria missione è la piena realizzazione di sé . 

Questo è il pensiero del cuore che dobbiamo riprenderci. In questo modo possiamo ascoltare la missione dell’anima,  quella dell’amore che prenderà forma secondo i nostri talenti . Risvegliarli e riconoscerli con la grafologia è una preziosa possibilità.

Conviviamo con i nostri talenti per compiere il nostro destino.








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